ASICS LA MARATHON, LOS ANGELES CALIFORNIA U.S.A.

Eccoci in California, la partenza come in tutte le località calde avviene presto, qui alle 07.25 riuscendo anche a farmi sostituire dagli organizzatori il pettorale più consone alle mie prestazioni, infatti, riuscirò a partire a pochi metri dallo Start. Siamo esattamente 21508 maratoneti, tra cui 9124 donne che ritengo moltissime. Dai primi metri di gara mi accorgo che non potrò correre con i tempi pronosticati, perché i Sali e scendi della prima parte rallenta il passo, poi anche il caldo credo influisca, infatti, incontro qualcuno che corre a torso nudo. Decido di non dare molta importanza al crono che ogni km mi aggiorna. Ho anche incontrato due ragazzi senza scarpe, di cui uno aveva una maschera in viso, tipo quella di Rey Mysterio il personaggio del Wrestling, ma non ho idea se facessero la staffetta. Ci sono molte persone sul percorso ad applaudirci, infatti, mi viene in mente la domenica prima a Treviso in Italia. Un’ottima organizzazione, tanto che ad ogni km ci sono i ristori e le tante bande musicali a supportarci con la musica dal vivo. Al mio passaggio molti si accorgevano della mia divisa tricolore, apprezzando e commendano il nostro paese. Buona l’idea di bere anche birra nella seconda parte del percorso, infatti, nel berla mi ha dato maggiore carica. Il tifo ci aiutava con la frase: ” A good job”. Faccio invece confusione mentale perché qui il percorso è segnalato ogni miglio mentre io ho l’abitudine dei km. Un arrivo colmo di persone, dove condivido con tutte la gioia che una maratona può dare, battendo il cinque, ed a ogni mia urla e alzata di braccia loro rispondono in modo similare. Una signora dell’organizzazione vedendomi inciampare a fine gara su una pietra mi accompagna fino al ritiro borse, perché credeva mi fossi fatto male o preso un crampo, queste attenzioni succedono solo dove ci sono le migliori organizzazioni.