22° Maratona di Venezia

Sarà una bella avventura non solo perchè parteciperò alla maratona ma perchè assieme alla mia fidanzata andrò una settimana prima per visitare la città. Ma arriva il momento della gara: la giornata è bella, c'è la giusta temperatura per correre e tiro un sospiro di sollievo. La mia tranquillità è in realtà solo apparente visto che solo io so cosa mi aspetta: un'altra maratona a piedi nudi! Mi allontano da Candida (la mia fidanzata)per prendere il pullman che ci porta alla partenza, le assicuro che arriverò alla fine, e se riuscirò nella mia impresa sarà anche merito suo, come sempre, perchè nei momenti di difficoltà mi basta pensare a lei per avere nuovi stimoli e spirito di competizione. Quando entrato nei box la gente mi nota e vuole parlare con me. Ma ecco lo sparo, si incomincia a fare sul serio: le persone mi aiuta perchè il pubblico mi incita a dismisura, cosa che non mi aspettavo, e capisco subito che sarà una gara con mille emozioni. Infatti non mi sbaglio: sento le band che suonano e la cosa mi diverte e mi carica ma al mio passaggio la musica si interrompe e tutti iniziano a parlare di me. Ad un certo punto un gruppetto mi segue e mi accompagna per 5 km circa, che emozione! Una ragazza giovane si affianca e tiene il mio ritmo e questo mi stimola a non mollare anzi ... decido a metà gara di allungare e me ne vado (corro sempre molto forte nei primi 25km, poi mollo) ma non prima di sentirmi dire da lei: "hai proprio un bel passo con i piedi nudi".(Comunque mi riprenderà al 37esimo km superandomi). Al 30esimo km un Americano mi supera e dice in inglese: "ciao Francesco mi ricordo di te, eri alla maratona di New York"(la gente sa come mi chiamo perchè sulla divisa ho il nome stampato dietro la maglietta!). Questo mi da una maggiore carica per affrontare una parte della gara molto dura: al parco Giuliani, infatti, incominciano le salite e l'asfalto diventa sporchissimo e pieno di pietrine che si attaccano ai piedi. Passato il parco mi sento meglio, fin quando arrivo al ponte della libertà, lungo 5 km, che porta a Venezia: è terrificante, un vero incubo, interminabile. Soffro a più non posso visto che l'asfalto è drenante, e il tentativo di correre sulle strisce è di poco aiuto, perchè sono troppo discontinue. Ancora peggio è il tentativo di passare sul tratto pedonale visto che vetri, pietre e quant'altro sono mi costringono a tornare sulla strada: per 3 o 4 volte mi devo anche fermare per recuperare. Mi sembra che tutta la maratona si corra su questo ponte ma alla fine supero anche questa sofferenza ed entro a Venezia: mi restano da affrontare le ultime 13 rampe, con la paura di conficcarmi qualche scaglia di legno sotto il piede, ma tutto fila liscio come l'olio. All'arrivo lo speaker incredulo mi intervista elogiandomi davanti gli spettatori. Sono riuscito a chiudere con il tempo di 3.53.43.